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CINEPHILO

Ciro Oscar Collodel, Eleonora Scalabrella, Kristian Frijia

- Il favoloso marketing di Barbie di Ciro Oscar Collodel
- Oppenheimer di Eleonora Scalabrella e Kristian Frijia

Il favoloso marketing di Barbie


“Per me è sessista.”  

“No,guarda,ti spiego, perché è tipo esattamente  il contrario. Ai tempi di, non lo so, mia nonna, le  bambine come giocattoli avevano solo bambole  di pezza che praticamente spiegavano quale  sarebbe stato il loro ruolo nella società. Poi è  arrivata Barbie, che grazie a lei quelle poveracce  potevano immaginarsi di essere  avvocato,ciclista,sciatrice... Quindi vedi, è  esattamente il contrario” “Che figata.”  

“No, ma è esagerato,nella realtà la gente non fa  commenti così. Non esiste" “Scusami ma a me  “Lei può essere quello che vuole, Ken è solo  Ken”-perdonami ancora-a me pare sessista”  

“Una c*****a pazzesca”  

“Mi è piaciuta un sacco la cosa che c'erano le  battute sugli orari dei treni nell'epoca fascista,  pensavo lo dicessimo solo in Italia.”  

“Papà, voglio Barbie depressa, mi compri Barbie  depressa? COMPRAMI BARBIE DEPRESSA!”  “Ogni volta che esco, e c'è qualcuno con  qualcosa di rosa dico sempre che sono andati a  vedere Barbie. Anche se non è vero. Però è bello  da dire” “Ma dai, ma è ridicolo. Una roba per  bambini deficienti!”  

“Guarda mamma, quella è Dua Lipa!”  

“Non capisco quale sia il target di questo film.  Ho sentito persone di cinquant'anni dire che è  per la loro generazione, e folle di bambini che  andavano a vederlo.”  

"Forget Barbie, f**k Nicki 'cause sh-she's fake" 


NESSUNO VA AL CINEMA  

Al di là del fatto che le piattaforme streaming  già da anni si davano già il loro daffare a  tenere le persone a casa, i cinema non  sembrano ancora essersi ripresi del tutto  dalla quarantena che ha imposto loro una  lunga pausa di riflessione. Sembra che ancora  il quaranta per cento del pubblico pre-covid  non sia ancora tornato in una sala, e pare  molto difficile per un film fare un buon  incasso, anche usufruendo di cast  formidabili, riesumando saghe storiche, investendo in effetti speciali moderni e  costosi, toccando gli argomenti più attuali e  sconcertanti. Serve ovviamente una campagna  pubblicitaria efficace, che convinca il pubblico  a essere di nuovo attratto dalla visione  proiettata in un cinema. Barbie, insieme al suo  rivale Oppenheimer, ha fatto un passo avanti  in questo senso:ha vantato la più grande  affluenza collettiva al botteghino dell’era della  pandemia, nonché la quarta più grande della  storia. Notevole il fatto che si ipotizzi che per  la promozione di Barbie siano stati spesi 150  milioni di dollari, budget superiore a quello  del film stesso. Sarebbe stata una cifra senza  precedenti. Qual’è stato il segreto di questo  successo? 


COS’ERA BARBIE? IL ROSA E TUTTO IL  RESTO  

Barbie è la bambola per eccellenza. Non c’è  nessuno che non l’abbia mai vista. E questo  era già un grande punto di partenza per la  promozione ovviamente. Se avete visto il film  saprete tutte le buone intenzioni dietro a  questo piccolo manichino di plastica, ovvero  uno strumento grazie al quale le bambine di  tutto il mondo potevano permettersi di  sognare di ricoprire qualunque mestiere  volessero. Ma questa bambola rappresenta  anche canoni inarrivabili di stereotipata  bellezza, un brutto colpo per l’autostima di  molti bambini e bambine. La Mattel stava  ormai da tempo affrontando un graduale  declino, nonostante un tentativo di  rinnovamento nel 2016. Tuttavia resta il fatto  che tutti conoscono il suo colore più  rappresentativo,e quella caratteristica figura  esile dai capelli biondi, le cui punte dei piedi  non permettono mai ai talloni di toccare terra.  Abbiamo visto le sue case sfarzose tutte in  plastica e le sue macchinine finte.  


LE PRIME SCINTILLE  

Il presidente del marketing della Warner Bros, 

Josh Goldstine, ha affermato che il primo  passo è stato nel 2020 quando al CinemaCon  è stata esposta una sola immagine di Barbie  nella sua Corvette nel set di Barbieland. Dopo  poco tempo, mentre giravano le scene sulle  spiagge a Santa Monica, molte persone  hanno cominciato a fare foto con gli attori  protagonisti, Margot Robbie e Ryan  Gosling,in pattini gialli sgargianti, e abiti  multicolori. E senza alcuno sforzo da parte  dello staff, già queste foto circolavano online  e se ne parlava con interesse sui social media.  Un’altra decisione importante è stato come  fare il teaser trailer. Si voleva subito dare  l’impressione di un film che non era come ce  lo si immaginava. Da qui la scelta di mostrare  la prima scena con la colonna sonora di “2001 Odissea nello spazio”,dove delle  bambine in un luogo deserto che appunto  ricorda la prima scena del celebre film di  Kubrick, all’apparizione della prima Barbie si  liberano delle bambole precedenti  scagliandole per terra. Nessun riferimento ai  film d’animazioni precedenti riguardanti la  bambola, e un omaggio a una pellicola così  importante nella storia del cinema  americano, non hanno fatto altro che  intrigare e cambiare il corso delle  aspettative.  


L’ODIO NELLO SLOGAN  

Lo slogan rosa-brillantinato presentato nel  trailer recita: “Se ami Barbie, se odi Barbie,  questo film è per te”. Questo perché il film di  

per sé esplora con ironia e spietatezza tutti i  difetti e le controversie che Barbie emana  nella sua figura e nella sua storia. In questo  semplice slogan è chiaro come il film  comprenda e riconosca quanto male può aver  fatto questo piccolo oggetto di molte infanzie,  quanto odio si possa meritare da parte del  pubblico odierno. Come ammette lo stesso  Goldstine, odio è una parola difficile da usare  nel marketing, ma era funzionale a far capire  che cosa il film volesse veicolare. 


L’IMPORTANZA DELLE COLLABORAZIONI 

Il rosa si è espanso nel mercato, e molti  marchi importanti si sono affollati a vendere  prodotti in collaborazione con il film. S'è vista  al Burger King in mezzo all'hamburger una  salsa di un insolito colore fucsia, controller  dello stesso colore, e anche le Maserati. Anche nel mondo dei videogiochi sono  comparse delle collaborazioni con il film:  controller dell'Xbox rosa, con tanto di console  a tema, vinta da un fortunato fan in un  contest, e nuove skin di Roblox a tema Barbie.  Ci sono molti altri esempi e questo espandersi  del rosa ha creato anche molta ilarità nel web.  Josh Goldstein racconta: “Qualcuno ha fatto  una foto a un tramonto rosa e ha ringraziato il  lavoro del dipartimento di marketing della  Warner”. 


SOCIAL MEDIA  

La parte più importante della promozione è  stata organica. Ovvero si è praticamente creata una volta che si era sparsa la voce. I meme sul  film sono spuntati come funghi, e dibattiti, e  conversazioni. Un'importante novità è stata  l'impiego di un' intelligenza artificiale che  permetteva di mettere una propria foto in un  poster del film, accompagnata dalla frase  personalizzabile: “This Barbie is a…”. I fan  hanno anche creato il famoso movimento  Barbenheimer, che ha messo in correlazione i  due film in uscita, Barbie e Oppenheimer,  contribuendo ad espandere l'interesse  generale.  


UN MOVIMENTO CULTURALE  

Il modo con cui il pubblico ha abbracciato gli  ideali e le immagini che il film trasmetteva  ha superato le più rosee aspettative. Per  riconoscersi nel film il pubblico ha deciso di  indossare abiti rosa nel momento della  visione, contribuendo alla già ampia  diffusione di quell’inconfondibile marchio di  fabbrica. E le canzoni originali della colonna  sonora, raccolte in un unico album uscito  nella stessa data del film, con la produzione  di Mark Ronson, Kevin Weaver, Brandon  Davis, e la collaborazioni di molti artisti noti  a tutti, hanno spopolato durante l’estate,  comparendo anche nella lista delle hit di  spotify. Con tutti questi brand che hanno  incorporato i simboli e il marchio di Barbie, e  tutte le persone che hanno voluto creare una  specie di stile, sembra essere scaturito un  vero e proprio movimento culturale.  


DA CASA DI GIOCATTOLI A PROPRIETÀ  INTELLETTUALE 

Lo scopo della Mattel con la produzione di questo film, e il gigantesco dispendio in  questa straordinaria campagna pubblicitaria,  era quello di evolversi come compagnia, e  crescere. L’azienda stava stagnando in un  calo inesorabile di vendite, e persino il loro  prodotto più iconico non sembrava più avere  l’impatto necessario per portare un po’ di  vitalità. 

Diffondendo in questo modo, sotto varie  forme d’arte (musica,cinema,moda),non  solo quello che Barbie costituisce in quanto  prodotto, ma anche tutta questa serie di  simboli, messaggi, la Mattel ha trasformato  questa bambola in una vera e propria  proprietà intellettuale.  In questo modo i  molti brand che hanno voluto in qualche  modo assumere questi simboli per approfittare di questa fonte di guadagno,  hanno dovuto una percentuale a questa  compagnia. Non solo, il film fornisce anche  spunti per nuove Barbie, che in un certo senso  già sponsorizza, anticipandone l’uscita sul  mercato.  


ALTRI FILM SU GIOCATTOLI?  

Sì. Pronti?  

Uno  

Big Jim  

Barney  

Boglins  

Wishbone  

Betsy Westy  

View-Master  

Magic 8 ball  

Chatty Cathy  

Polly pocket  

American Girl  

Rock ‘em Schock ‘em  

Christmas Baloon  

Major Matt Mason  

Thomas the tank engine  

Master of the universe 


Ciro Oscar Collodel




Oppenheimer


Oppenheimer è l'ultimo film uscito del  famoso cineasta britannico Christopher  Nolan. Come al solito il film è stato prodotto  dal regista stesso, e dalla moglie Emma  Thomas. 

Già annunciato nel Settembre del 2021, Nolan  decise di cambiare casa di distribuzione dopo  un dissapore con Warner Bros, con cui aveva  lavorato per molti altri suoi progetti. Venne  indetta un'asta, vinta da Universal picture, il  cui logo avrete sicuramente visto prima  dell'inizio della pellicola, se frequentate  questa scuola. 

Cillian Murphy, l’interprete di Robert  Oppenheimer, fu il primo attore coinvolto nel  film. Questa è stata la sesta apparizione in un  film di Nolan,ma la prima volta da  protagonista. Mentre il resto del cast fu  formato tra il novembre 2021 e l’aprile del  2022. E comprende: Robert Downey Jr.  (Lewis  

Strauss), Emily Blunt (Kitty Oppenheimer),  Matt Damon (Leslie Groves), Florence Plugh  (Jean Tatlock), e tanti altri.  

Il 23 agosto è finalmente uscito anche in  Italia,di fatto privando i cinefili di questo  paese del Barbenheimer che tanto era andato  virale durante l'estate.  

Il film è basato su “American Prometheus : The  Triumph and Tragedy of J.Robert  Oppenheimer”, biografia scritta da Kai Bird e  Martin J. Sherwin nel 2005 vincitrice del  Premio Pulitzer, che racconta della vita del  fisico teorico statunitense Julius Robert  Oppenheimer, divenuto celebre “padre della  bomba atomica” e direttore del progetto  Manhattan, e della sua caduta in disgrazia  per quanto accaduto durante la guerra  fredda, quando si rifiutò di partecipare al  progetto della bomba ad idrogeno e gli fu  ritirato il certificato per la sicurezza  impedendogli di fatto di continuare a  lavorare.  

Il libro mostra le manovre dell'FBI e di Lewis  Strauss, membro della commissione per  l’energia atomica degli Stati Uniti, per fare in  modo che Oppenheimer perdesse tutta la sua  credibilità.

Infatti il film inizia con Strauss, interpretato  da Robert Downey Jr, che enuncia al Senato le  accuse verso Oppenheimer di spionaggio alla  Russia,basandosi sulle ipotetiche scelte  politiche dello stesso, in quanto la moglie era  nota per aver simpatizzato in modo evidente  per i comunisti.  

Sebbene il film si concentri essenzialmente  sul progetto Manhattan, è molto importante  capire cosa è successo in seguito alla  creazione della bomba atomica, infatti nel  film viene gestito un parallelismo tra passato  e presente che, per quanto possa sembrare  confuso, viene giostrato molto bene dallo  sceneggiatore. Gli attori hanno dichiarato che  il copione presentatogli era scritto in prima  persona. Fin dalle prime sequenze si può  notare un’ alternanza di scene in bianco e  nero e scene a colori, quest’ultime a  rappresentare solo ed esclusivamente i  momenti in cui vediamo il film dal punto di  vista soggettivo del fisico americano, mentre  quelle in bianco e nero a raccontare un  momento storico e oggettivo.  

Lo storytelling, composto da una struttura  simile a quella di “Memento”, è un continuo di  flashback, che inizia dalla gioventù di  Oppenheimer e include il progetto Manhattan,  e di flashforward, dove il fisico è costretto a  difendersi, uniti dal finale che riassume tutto  il significato storico-morale della pellicola. Il  film, nonostante a quanto si possa pensare  guardandolo, è stato girato senza uso di CGI,  come da tradizione del regista britannico. La  colonna sonora, invece, è stata affidata al compositore svedese Ludwig Göransson, che dopo “Tenet” è alla sua seconda  collaborazione con Nolan. E’ soprattutto con il  suo “Can you hear the music”, musica  principale del film, cambiando ritmo ben  ventuno volte, che rispecchia molto bene i  tormenti del “Distruttore di mondi”,e  accompagna perfettamente le scene iniziali e  finali.  

Nel film vengono trattati argomenti di fisica  molto complessi, e nonostante questo, il  pubblico riesce a seguire comunque con  interesse la narrazione. 

La pellicola si concentra sulla creazione della 

bomba atomica, ma tratta anche momenti  significativi della vita del protagonista come  gli studi, la vita privata, le attività politiche e  tutti i suoi dubbi sulle conseguenze della sua  opera.  

Il film mostra come durante incontri del  partito comunista, a cui il fisico aveva  partecipato, incontrò Jean Tatlock , la sua  amante, che ebbe un ruolo molto importante  nella vita del fisico,così come la moglie,  Katherine “Kitty” Puening, le due figure  femminili rappresentano entrambe una parte  della personalità di Oppenheimer. Infatti,  Jean Tatlock, interpretata da Florence Pugh,  rappresenta la parte più instabile di Robert  Oppenheimer la sua vulnerabilità, i suoi  dubbi, le sue insicurezze, la sua parte umana,  mentre la moglie, impersonata da Emily Blunt, rappresenta la sua determinazione, la  sua volontà di perseguire comunque il  progetto della bomba atomica. Infatti durante il film la moglie più volte lo spinge a  rialzarsi e a ricordare la ragione per cui il  progetto debba essere completato,  ovvero,“la fama”. I rapporti con la moglie e  l’amante rappresentano la situazione di  conflitto in cui il protagonista vive  quotidianamente, in particolare, lo stato  d’animo dello scienziato è turbato dalla  consapevolezza della pericolosità di questa  nuova arma; ma allo stesso tempo è spinto da  un’altra consapevolezza, altrettanto grande,  quella della notorietà che assumerà a seguito  della conclusione del progetto,che di fatto  rappresenta una delle più grandi scoperte  dell’epoca.  

In particolare, quando i nazisti si ritirano, gli  scienziati che collaboravano al progetto della  bomaba si chiedevano se fosse veramente  necessario continuare la costruzione  dell’ordigno. Diversamente Oppenheimer era  convinto che la creazione della bomba  avrebbe rapidamente messo fine alla guerra  in corso nel Pacifico, e avrebbe salvato le vite  dei loro alleati.  

La scena in cui provano la bomba è molto  coinvolgente, nonostante il pubblico sapesse  che la bomba avrebbe funzionato, il regista è  riuscito a creare comunque la suspense che  caratterizza quelle situazioni, ricreando nella  sala la tensione tipica di quei momenti di  incertezza e ansia. 

Lo sgancio delle bombe su Hiroshima e  Nagasaki rendono evidente la consapevolezza del protagonista rispetto  “all’orrore della propria invenzione”, scelte  che hanno condizionato pesantemente la  prosecuzione della vita di Oppenheimer.  

Ritengo che valga la pena vedere questo film  in quanto carico di significati che portano a  continue riflessioni, molto ben interpretato e  diretto. Molto curati sono anche gli effetti  sonori che amplificano gli stati d’animo degli  spettatori.  

Sebbene il film duri tre ore non annoia. 


Eleonora Scalabrella e Kristian Frijia






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